giovedì 12 febbraio 2009

Cappuccetto Rosso (reprise)

C’era una volta un giovane lupo. Era gentile, carino ed educato, ma come tutti i cuccioli era irruente, e talvolta sprovveduto.
Un giorno, il lupo chiese a sua madre se poteva andare a giocare nel bosco.
“Va’ pure. - gli rispose mamma lupa - Ma mi raccomando, resta nel folto degli alberi e sta’ lontano dal sentiero.”
“Certo mamma, farò come dici tu.” disse lui, sebbene in realtà a malapena l’avesse udita.
Fu così che giocando, correndo e ruzzolando spensierato, il lupo si ritrovò sul sentiero che attraversava il bosco, e lì incontrò una ragazza che indossava una mantellina rossa, col cappuccio tirato sopra la testa, e portava un paniere di vimini coperto da uno strofinaccio.
Mai prima di allora aveva incontrato un essere umano in vita sua, così non si spaventò e la salutò cordialmente: “Buongiorno.”
“Buongiorno a te lupo.” rispose lei “Cosa ci fai qui nel bosco?”
“Niente, stavo solo giocando. E tu?” le chiese di rimando
“Sto andando alla casa della nonna, dall’altra parte del bosco. Vive lì tutta sola e ora si è ammalata, perciò sto andando a trovarla.”
“È gentile da parte tua. - disse contento il lupo - E che cosa le porti in quel paniere?”
“Ho marmellata, focacce, biscotti e pane appena sfornato, ma non sono per lei, è il mio pranzo. A lei sto portando questo.” disse la ragazzina togliendo dal paniere un lungo e affilato coltello.
“E perché mai?” si stupì il giovane lupo
“Perché con questo le taglierò la gola, poi le ruberò i soldi e dirò di averla trovata morta. Lo sanno tutti che vivere ai margini della foresta è pericoloso, nessuno si stupirà.”
Il lupo, a sentire quelle parole, rabbrividì. “E… e perché me lo dici?” domandò con un filo di voce.
“Perché prima di uccidere lei ucciderò te, per farmi una bella pelliccia di lupo.” rispose la ragazzina avventandosi contro di lui.
Il povero lupo riuscì a sfuggirle per un soffio, e si mise a correre a perdifiato nel folto del bosco, fin quando non si fermò ansimante, poggiando le spalle a una robusta quercia, nella speranza di averla seminata.
Mentre riprendeva fiato, pensò all’orribile sorte che attendeva la povera vecchietta che viveva oltre il bosco.
“Devo avvisarla.” decise, e così si rimise in marcia, più veloce che poteva, verso l’abitazione della nonna.
Giunse infine in vista della casa e subito bussò alla porta.
“Chi è?” chiese una voce flebile dall’interno
“Buona nonnina, sono un lupo. Sono venuto a trovarla perché so che è malata, e per dirle una cosa importante. La prego, mi faccia entrare.”
“Caro lupo, sono troppo debole. - rispose ancora la vocina - La porta è aperta, entra pure.”
Il lupo spinse la porta e si fece strada nella casa, fino alla stanza da letto della nonna. Lì la vide raggomitolata sotto le coperte. Solo la testa, coperta da una cuffietta, e le dita di una mano sporgevano fuori dalle coltri.
“Nonnina…” disse, ma lei lo interruppe.
“Vieni più vicino, lupo caro. Da lì non ti vedo e non ti sento, sono vecchia e non ho più i sensi di una volta.”
Così il lupo si avvicinò, e guardò la testolina poggiata sul cuscino, da cui due occhi lo fissavano tra le palpebre semichiuse.
“Che occhi piccoli hai nonnina.” commentò il lupo.
“È perché sono malata. Vieni più vicino, faccio fatica a vederti.”
Lui si avvicinò.
“E che mani piccole hai.” disse quando fu più vicino
“È perché sono vecchia e avvizzita, lupo caro, ma non ti preoccupare…”
Una fitta improvvisa al petto fece ululare il lupo di dolore. Quando abbassò lo sguardo, vide un manico nero che gli spuntava dallo sterno.
“… il coltello è grande abbastanza.” concluse la ragazzina gettando via le coperte e affondando ancor di più la lama, continuando a tagliare e tagliare finché il povero animale fu letteralmente aperto in due, e le sue viscere sgorgarono sopra il letto.
Toltasi il travestimento, la ragazzina si rimise i suoi vestiti, che aveva lasciato da parte perché non si sporcassero troppo. Poi si chinò e tirò fuori da sotto il letto il corpo senza vita di sua nonna, con la gola squarciata da parte a parte, infierendo su di esso con le zanne del lupo morto, per far sembrare che l’avesse morsa e masticata.
Volle il caso che stesse passando da quelle parti un cacciatore, che udì l’ululato del lupo e si preoccupò.
Proprio mentre la ragazzina si alzava, avendo terminato il suo lavoro, l’uomo entrò come una furia nella casa, guardandosi intorno e chiamando a gran voce.
Giunto in camera da letto vide la nonna e il lupo, entrambi morti, e la ragazzina sporca di sangue e in un lago di lacrime.
“Il lupo… - disse lei singhiozzando - … il lupo aveva mangiato la nonna e si era… si era messo i suoi vestiti. Mi ha ingoiata… tutta intera. Per fortuna… avevo questo… - gli mostrò il coltello insanguinato - … e sono… sono riuscita a uscire aprendogli la pancia.”
“Povera bambina. - disse il cacciatore, avvicinandosi per abbracciarla, forse un po’ più stretto di quanto fosse lecito - Non ti preoccupare, adesso è tutto finito. Diremo che sono stato io a uccidere il lupo, così nessuno ti chiederà niente e la gente ti lascerà in pace.” aggiunse, pensando alla bella figura che gliene sarebbe derivata.
La bambina singhiozzò e si asciugò le lacrime col dorso di una mano.
“Sì, sì… meglio così.” gli rispose.
E fu così che la storia venne tramandata.

3 commenti:

  1. Sì, ne avevo già scritta una versione, ma poi mi sono ritrovato a partecipare a una gara di racconti su un forum in cui dopo l'iscrizione veniva dato l'argomento... È andata a finire che si trattava di riscrivere una fiaba, e a me era toccata in sorte Cappuccetto Rosso. Non mi pareva il caso di avvantaggiarmi usando qualcosa di già pronto, per cui ho deciso di rifarla ex-novo, prendendo anche spunto da una risposta di Lorizion a un post di Fed
    http://fed-tobearockandnottoroll.blogspot.com/2009/02/dalla-parte-dei-cattivi.html
    che a sua volta prendeva spunto dal mio pseudo-racconto "Happy Ending" pubblicato sempre qui (mamma mia che giro! @__@)
    Qui ho usato volutamente un tono più "fiabesco" rispetto alle mie altre riscritture del genere.

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  2. eheheheh abbiamo fatto una bella catena di post! :)
    bella la storiellina, ma povero lupo!!! probabilmente da bambina avrei pianto ancora di più che sentendo la versione originale!

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  3. Sì, vero, fa una brutta fine lo stesso, ma almeno non si becca la fama di cattivo. ^__-
    Comunque questo si riallaccia al discorso de "la storia la scrivono i vincitori", di Happy Ending, in fin dei conti il povero lupo non può certo testimoniare cosa è davvero succcesso quell'infausto giorno, bisogna affidarsi a una vecchia malata che non sa distinguere sua nipote da un lupo, una bambina rinco...nita e bugiarda e un cacciatore in evidente conflitto di interessi, ecco!

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